x-fragile liguria


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ORTI DI VILLA LANZA

TUTTI I PROGETTI


PROGETTO DI RISANAMENTO E COLTIVAZIONE TERRENO AGRICOLO PROSPICIENTE VILLA LANZA


Nel corso del 2008, l’Associazione Ligure Sindrome X Fragile, ha preso in affitto Villa Lanza, struttura del 1812 di proprietà dell'Istituto Diocesano Sostentamento Clero di Genova. Il progetto di ristrutturazione della villa del giardino e degli orti prospicienti, ha trovato il sostegno economico di: Regione Liguria, Fondazione CARIGE, Ministero degli Interni, Compagnia San Paolo, aziende private e famiglie dell’Associazione.
I finanziamenti, oltre a consentire la ristrutturazione dell’immobile, hanno permesso la realizzazione del “Progetto Sperimentale Villa Lanza” che ha previsto attività rivolte a persone con Sindrome X-fragile e disabilità intellettive analoghe, mirate alla formazione, al potenziamento delle autonomie, all’inserimento lavorativo e alla socializzazione puntando allo sviluppo di progetti di vita indipendente.



E’ intenzione dell’Associazione Ligure Sindrome X-fragile – onlus , di lavorare in rete con il territorio e con le organizzazioni che condividono gli stessi obiettivi e modalità di attuazione.

La condizione del terreno era quanto mai disastrosa, sassoso e con molto materiali di riporto. Per renderlo fertile sono stati necessari impegnativi lavori di risanamento, aratura e concimazione.

Grazie all’impegno dei ragazzi dell’Associazione, degli operatori, dei volontari e degli anziani del quartiere, il terreno è ritornato fertile e produttivo!


ORTOTERAPIA

Che le piante siano importanti per le persone è evidente sotto molti aspetti.
Dedicarsi anche solo per qualche ora alla cura di un orto, di un giardino o di un balcone ci avvicina alla terra, ci mostra i tempi della natura, ci insegna i ritmi delle stagioni, pone un limite alla nostra fretta, ci istruisce su come interagire con l’ambiente che ci circonda, ci rende più attenti e responsabili nei confronti della natura. In questo contesto si inserisce la TERAPIA ORTICOLTURALE che è un particolare tipo di terapia occupazionale che utilizza il rapporto con le piante e la terra per agire sulle varie problematiche che possono affliggere un individuo.
Più specificamente si può definire l’ORTOTERAPIA come una forma di cura che usa le piante, l’attività di giardinaggio e l’innata affinità che noi sentiamo verso la natura come mezzo professionale in programmi di terapia e riabilitazione. Principale scopo della riabilitazione è permettere all’individuo di raggiungere il suo massimo livello di indipendenza psicologica, sociale, fisica ed economica.
Il rapporto affettivo che si instaura tra la persona che ha problemi psichici e la pianta che cresce la aiuta ad imparare a prendersi cura di un altro organismo, assumendo delle responsabilità quindi aumentando la fiducia in se stessa e nelle proprie capacità. Le piante e gli animali consentono al paziente che se ne occupa di esercitare il suo controllo , la loro crescita, la loro vita riproduttiva e la loro morte forniscono l’immagine di un microcosmo di tutte le fasi dell’esistenza e dell’accettazione di ognuna. Il giardinaggio si pone quindi come ambito creativo di cura e di lavoro che offre all’individuo disagiato un ambiente dove realizzare se stesso. Inoltre queste attività si prestano molto al lavoro di gruppo sviluppando un senso di appartenenza, favorendo la socializzazione e la convivenza. Altri ambiti che vengono sviluppati sono la manualità, il piacere di lavorare all’aria aperta e l’interazione con l’ambiente.
I principali aspetti che interessano la terapia orticolturale sono: TERAPEUTICO,SOCIALE E PROFESSIONALE


ASPETTO TERAPEUTICO

L’ortoterapia può stimolare diverse aree quali:
COGNITIVA: memoria, pensiero logico, orientamento, il linguaggio, il giudizio, la capacità di calcolo e apprendimento, la concentrazione, l’attenzione, la capacità di lettura e scrittura, la capacità di previsione e proiezione.per svolgere l’attività sono richiesti movimenti unilaterali e bilaterali, la coordinazione di movimenti fini, globali ed oculo-motori, forza e resistenza muscolari, dosaggio della forza, mantenimento delle posture, equilibrio, capacità olfattive( il profumo dei fiori e della terra), gustative( il sapore dei frutti a livelli diversi di maturazione, dolce-salato-amaro-acido), uditive ( il canto degli uccelli, il rumore dell’acqua e del vento), visive ( riconoscimento delle forme, dei colori, l’uso dello spazio) e soprattutto tattili ( consistenza, temperatura, umidità…) il contatto con la natura riduce lo stress, i comportamenti aggressivi, l’affaticamento mentale, aiuta a combattere la depressione e l’ansia, distrae dalle stereotipie, stimola l’accudimento e il senso di responsabilità, stimola la pazienza, il rispetto delle regole, invoglia all’esplorazione dello spazio circostante, aiuta l’autocritica, il lavoro di gruppo porta al rispetto delle esigenze altrui


ASPETTO SOCIALE

L’attività di terapia orticolturale stimola le capacità affettive (il paziente si prende cura delle piante che gli sono state affidate); aiuta a migliorare l’autonomia, offre momenti di progettazione partecipata con la formulazione di proposte sui lavori da eseguire, migliora l’autonomia sulla gestione dell’abbigliamento e l’igiene personale, offre un’attività gratificante attraverso lavori creativi e piacevoli. Veder crescere una piantina seminata da noi ci fa sentire capaci di fare qualcosa e questo aiuta l’autostima. La competenza lavorativa che si acquisisce migliora il concetto di sé e facilita la socializzazione stimolando il senso di responsabilità e l’iniziativa.

ASPETTO PROFESSIONALE

Dove il tipo di disagio della persona che partecipa ad un’attività di ortoterapia lo consente è possibile progettare un percorso riabilitativo che permetta l’acquisizione di competenze specifiche per un possibile inserimento nel circuito lavorativo. Questo può essere possibile utilizzando lo strumento delle borse lavoro e dell’inserimento in cooperative sociali che si occupano del verde sia pubblico che privato.



Ecopsicologia

Quando verso la fine degli anni 80 la psicologia ha iniziato a prestare attenzione alle connessioni tra la natura umana e il più vasto regno della natura il suo contatto con l'ecologia ha "creato" l'ecopsicologia che si basa sulla metafora che accomuna il mondo interiore con l'ambiente esterno.
Perdendo il contatto e la capacita' di dialogare con noi stessi perdiamo la capacita' di vedere e sentire quello che c'e' oltre, il contatto con gli altri, la natura. si creano cosi' parallelismi tra concezione del mondo coltivata e tipologia di realta' effettivamente realizzata, tra aspetti della personalita' trascurati e quelli ambientali penalizzati, tra ciò che facciamo a noi stessi e il modo con cui interagiamo con gli altri e con l'ambiente circostante.
In questo meccanismo si inserisce la pratica dell'orto-giardino terapia che agendo sulla percezione e la fruizione dell'ambiente circostante attraverso interventi mirati riesce anche ad agire sulla percezione del sè sia psicologico che fisico. questo meccanismo si può visualizzare attraverso lo schema seguente.



PERCEZIONE DEL SE
MENTALE - EMOTIVA - FISICA
CORPO COME ANELLO DI CONGIUNZIONE TRA NOI E L’AMBIENTE CIRCOSTANTE
ESPERIENZA
L’idea che si ha di sé condiziona l’atteggiamento nei confronti della vita.
Tutti gli stimoli che si attuano all’interno del setting terapeutico possono portare alla MODIFICA DELLA PERCEZIONE DEL SE con un miglioramento del benessere e della qualità di vita

PERCEZIONE DELL’AMBIENTE
• ASPETTATIVE
• IDEE PRECONCETTE
• PROIEZIONI delle emozioni interne verso l’esterno
• ADATTAMENTO delle stesse in base agli stimoli esterni
All’interno di questo processo di feedback delle emozioni e della percezione modificata dagli stimoli che arrivano dall’ambiente circostante si inserisce l’
ORTOTERAPIA cioè AMBIENTE COME SETTING TERAPEUTICO
• spazi • colori • ritmi • suoni

SVILUPPO DELL’INCONSCIO ECOLOGICO
presenza attenzione all’altro
ascolto concentrazione
rispetto sospensione dei giudizi
apertura disponibilità
dialogo condivisione pensieri ed emozioni
empatia sentire l’altro
interazione relazione costruttiva
(questo schema è liberamente tratto dalla lettura del libro di Marcella Danon "Ecopsicologia")


Il primo raccolto di villa Lanza

Il primo raccolto degli orti di Villa Lanza è stato di circa 100 kg. di fave e 30 kg. di piselli
Quando le piantine di fave e piselli hanno terminato il loro ciclo, sono state sostituite con: bietole, finocchi, lattughe di vario tipo, Melanzane, Meloni, peperoni, pomodori (a grappolo, cuore di bue, san marzano, piccadilly, ciliegino, neri …), zucchine, fagioli, fagiolini, carote, sedano, prezzemolo.
Oltre alle fragole, ribes neri ed agli alberelli di kiwi, pere, pesche, mele, prugne, ciliegie ed alle piantine di aromi: menta piperita, origano, timo, basilico, maggiorana, rosmarino, salvia e lavanda.
Circa due km. d’impianto d’irrigazione “goccia a goccia”, attrezzature agricole adeguate (motozazza, decespugliatore, tosaerba, piccole serre per i vivai, ecc.. ) e le cure dei ragazzi, dei volontari e degli educatori, hanno generato un raccolto vario e soddisfacente che è stato condiviso da tutti i partecipanti.



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